Ok. Piano piano comincio ad ambientarmi. Piano piano comincio a capire. Piano piano comincio a scoprire. Piano piano comincio ad amare Tokyo. Piano piano comincio a migliorare.
Sukoshi zutsu…Un po’ alla volta, quel poco che ogni giorno diventa sempre di più. Certo non è facile, ma quel che è sicuro è che non voglio arrendermi. 諦めない、絶対に!(akiramenai, zettai ni!) Se mi impegno con tutte le mie forze, tutti i miei sforzi saranno ripagati. Così oggi, per ben due volte, gli oracoli hanno predetto nei mikuji (御神籤 – letteramente “lotteria sacra” : bisogna scuotere una scatola ed estrarre il numero che corrisponde a dei cassettini dove sono conservati i fogli con le predizioni. Ci sono vari gradi di fortuna/sfortuna e in caso di cattiva sorte si usa legare i fogli ai rami degli alberi (generalmete ad un pino, tradizione derivata dal gioco di parole tra la parola “matsu” di pino (松) e di aspettare (待つ). In questo modo la cattiva sfortuna attenderà presso l’albero piuttosto che attaccarsi a chi ha aperto il foglietto)).
Si, sembra che la visita ad Asakusa e Ueno oggi abbia portato buoni semi. Ora spetta a me farli crescere forti e rigogliosi!
Dopo una traversata in crociera lungo il fiume Sumida
siamo arrivati al Kaminarimon, il portale che da accesso alla via sacra verso il Sensōji (浅草寺), il più antico tempio buddhista in Giappone per le persone comuni. Secondo la leggenda, lungo le sponde del fiume Sumida sarebbe stata ritrovata una statua della dea Kannon nel 628 e nel 645 sarebbe stato eretto un piccolo tempio per la sua venerazione. Dopo aver attraversato il portone, su entrambi i lati della via si susseguono uno dopo l’altro tanti piccoli bazar di souvenir e cibi giapponesi.
Particolarità del luogo sono i ningyoyaki, dolcetti spesso ripieni di fagioli rossi che tradizionalmente hanno la forma dei volti delle 7 divinità della buona fortuna.
Ci siamo lasciati guidare dal delicato suono delle campane del vento che si faceva spazio nonostante il rumore della folla e poco più avanti, il suono della musica che accompagnava la danza del dragone d’oro a cui abbiamo assistito. Il nome ufficiale del tempio sarebbe Kinryuzan (Montagna del Dragone d’oro) poiché secondo un’altra leggenda, il 18 marzo (di un anno indefinito) apparvero improvvisamente vicino al tempio 1000 pini e tre giorni dopo un dragone d’oro lungo 30 metri discese sui pini dal cielo per poi scomparire per sempre. La danza viene eseguita ogni 18 marzo quando le immagini sacre del tempio vengono svelate al pubblico, e il 18 ottobre (oggi!), di buon auspicio per il Kiku-kuyo (servizio commemorativo per i crisantemi).
E poi i monaci hanno cominciato a pregare, intonando i loro canti monotòno. Non importa quanta gente ci fosse, quante voci si sovrapponessero tra di loro, per i pochi secondi a disposizione il tempo e lo spazio si sono fermata. Sono rimasta lì, incantata e pervasa dalla spiritualità che, nonostante il sovraffollamento, il luogo evocava.
Anche questa magia però ha avuto effetto temporaneo e malinconicamente mi sono avviata con i miei compagni alla volta del parco di Ueno (上野公園). Una breve passeggiata e poi visita al Taito-ku Shitamachi museum , che al suo interno mostra una ricostruzione dell’antico quartiere e delle attività più comuni degli abitanti della città.
Gironzolando per le stradine di Ameyoko (Ameya Yokocho アメ横), quartiere dello shopping e del mercato, cosa scovo? Degli ottimi funghi che i vossignoria potranno gustare alla modica cifra di 42000 Yen (SOLO 400 euro circa!!).
今日、楽しかったね~
Ma non è finita qui. In questi giorni ho avuto modo di visitare qualche quartiere della città. Tokyo non stanca mai, sorprende ogni volta come un arcobaleno dopo un giorno di pioggia. Per quanti possiamo averne visti, dopo ogni temporale alziamo lo sguardo verso il cielo speranzosi di vederne uno 🙂
Se abbiamo il coraggio di arrivare sotto l’arcobaleno, possiamo trovare meraviglie! Per esempio la mecca degli otaku parsimoniosi, chiamasi anche Mandarake, a Shinjuku: un negozio di manga sotterraneo con lunghe file di scaffali pieni di manga (a basso costo, di seconda mano). Oppure un delizioso locale di okonomiyaki, che riproduce in tutto e per tutto una classe di scuola elementare!
Poco più in là delle strade principali della città si scorgono gli alberi che nascondono il complesso templare del Meiji jingu, nei pressi della stazione di Harajuku. Passeggiando lungo il viale sacro, sulla destra si trovano in fila i barili contenenti i sake proveniente da tutte le parti del Giappone, e a destra le botti di vino di tutto il mondo donate al tempio.
Prima di entrare al tempio, ricordatevi di purificarvi, lavando le mani e la bocca alle fontane poste appena prima dell’entrata.
A Ochanomizu (御茶ノ水), quartiere vicino al centro della città attraversato dal fiume Kanda, lungo la Meidai-dōri, si trovano uno dopo l’altro diversi negozi di chitarre, di tutti i tipi e di tutti i prezzi!
Last but not least… un’anticipazione di un autunno che sta bussando alle porte della città che ci metteranno ancora un po’ prima di aprirsi completamente e un esempio di ciò che rende “kawaii” questo Paese – un autobus decorato con disegni manga!
~ Random pictures ~
~ Gusto ~
Ovviamente continua la mia sfida col matcha! Nuove delizie si aggiungono alla mia lista del “provato”!
Continuano anche gli esperimenti nuovelle cousine con i mochi ricoperti di alga nori e contorno di insalata e gli onigiri di cetrioli e daikon (o anche ravanello cinese), con decoro di polvere di umeboshi (prugne salate)!
Mamma mia quante cose stai vedendo!
Immagino che ogni quartiere di Tokyo sia una città a se stante vero?
Un po’ ti invidio a essere in quel posto, per deformazione “amatoriale” (non posso dire professionale visto che non sono professionista XD) mi immagino un sacco di foto che farei io in quei posti ahahah
Penso che farei fuori la schedina da 16gb ogni giorno XD
Ma al momento quanto parli in giapponese e quanto in inglese?
In giro nei negozi ecc parlano subito in inglese se vedono che sei straniera?
Un abbraccio 🙂
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Rob, non ogni quartiere, ma ogni via è un mondo a se stante! Comunque non sai quanto dolga a me fare le foto col cellulare…fremo per comprare una reflex e fare foto decenti *__* Quindi capisco la tua invida! Credo non ti basterebbe neanche 1 tb al giorno qui XD
Con gli altri ragazzi parlo in inglese perché molti non sanno il giapponese. A lezione di giapponese parlo giapponese. Nei negozi parlano solo giapponese e a meno che non debba chiedere qualcosa la conversazione si limita all’ascolto del conto e del resto! La maggior parte non parla in inglese, e comunque per farli parlare in un’altra lingua devi chiederglielo quasi esplicitamente o comunque fargli capire che non ci capisci una mazza XD
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Beh Susy, da quello che ne so avendolo letto in rete sei nella città dove pullulano i negozi di materiale fotografico usato in buonissime condizioni e a prezzi altrettanto buoni 🙂 (altro motivo di invidia ahahha), quindi appena avrai un gruzzoletto da parte e potrai permettertela, prendila! E’ un ordine XD
Beh per quanto riguarda la lingua, alla fine penso sia un fatto positivo questa cosa del dover usare tutte e due le lingue perché ti fa allenare in maniera spiccata allo switch tra una e l’altra quasi istantaneo che non sarebbe male 😉 … comunque, secondo me più andrai avanti e più ti verrà poi normale chiedere e ascoltare altro in giapponese oltre che il prezzo e il resto 🙂 ne sono sicuro 😉
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